Di Valerio Sembianza
The Protector è una serie televisiva turca creata da Binnur Karaevli ed è diretta da Can Evrenol, Umut Aral e Gönenç Uyanık.
La serie è basata sul libro Karakalem ve Bir Delikanlının Tuhaf Hikayesi di İpek Gökdel.
Si tratta della prima serie turca originale distribuita da Netflix.
Istanbul è una città affascinante, con il moderno e l’antico seduti fianco a fianco.
È un centro per gli affari e il commercio, ma deve anche affrontare una storia segnata dalla guerra che ha attraversato millenni.
Questo è il set di The Protector, che spezza il ciclo di cupi e cinici drammi internazionali proposti sin’ora da Netflix.
“Nelle fiabe, le brave persone vincono sempre. La giustizia è servita prima o poi, e il tempo guarisce ogni ferita. Tuttavia, questa non è una favola.”
Hakan (Çagatay Ulusoy) è un ragazzo di 20 anni che lavora per suo padre Neset (Yücel Erten) in un piccolo negozio di antiquariato nel Gran Bazar di Istanbul.
Ma ha dei sogni che iniziano con un negozio di antiquariato del centro che aprirà con suo cugino Memo (Cankat Aydos) all’ombra del quartier generale della società immobiliare gestita dal suo eroe, Faysal Erdem (Okan Yalabik).
Il primo episodio è stato uno dei pochi che riesce a definire l’intera storia della serie ad un ritmo decentemente accelerato; ci facciamo già un’idea di dove si andrà a finire ma rimane interessante vedere Hakan imparare come essere il Protettore e lavorare per Erdem.
The Protector è uno spettacolo sorprendentemente coinvolgente che combina elementi mistici con moderne rivalità commerciali e soprattutto coni sogni di un ragazzo normale.
Ed è soprattutto una storia interessante, ambientata sullo sfondo della moderna Istanbul, e lo spettacolo si rende abbastanza avvincente da rendere il suo dipanarsi gustoso da guardare.
Fedeli e Immortali sono descritto con fin troppa superficialità e genericità, riducendosi a una necessità di fermare questi individui perché vorrebbero distruggere Istanbul e il mondo.
Più approssimativo di così probabilmente era impossibile, una situazione che peggiora in quanto non viene fornita neanche una ragione per un simile e imprecisato piano malvagio.
Rimane però un contesto sicuramente evocativo, con la speranza di un approfondimento nella prossima stagione, ma poteva essere qualcosa di gran lunga più consistente.
Non si cancellano i meriti di un comunque buon esordio per le produzioni turche, ma evidenzia quanto sia ancora possibile migliorare, poiché adesso per The Protector c’è una base solida su cui costruire un racconto epico degno di affiancarsi ai mostri sacri del genere fantasy.
O quantomeno questa è la speranza.