Di Valerio Sembianza
Westworld – Dove tutto è concesso (Westworld) è una serie televisiva statunitense ideata da Jonathan Nolan e Lisa Joy per la HBO dove ha debuttato il 2 ottobre 2016.
Descritta come “un’oscura odissea sull’alba della coscienza artificiale e sul futuro del peccato”, la serie racconta la storia di un avveniristico parco a tema . Il 14 novembre 2016 HBO rinnova la serie per una seconda stagione.
Quando i robot raggiungono la propria “coscienza”, simulata o reale, possono godere di un lusso che all’umanità è stato negato fin da Adamo ed Eva in paradiso: possono arrivare a conversare con il loro creatore divino.
Nel cinema e in televisione, da 2001: Odissea nello spazio a Battlestar Galactica, si è alle prese con le stesse domande esistenziali che continuano a tormentarci : Chi siamo? Chi ci ha fatto? Perché siamo qui?
La nuova serie della HBO,Westworld, si apre con un interrogatorio inquietante tra un robot malfunzionante e un programmatore preoccupato: “Avete mai messo in discussione la natura della vostra realtà ?”
In questo caso, la realtà è un parco a tema enorme: i “nuovi arrivati”, ospiti umani che pagano profumatamente per l’esperienza, arrivano su una locomotiva a vapore, scendono dal treno e si ritrovano in una vecchia città del West, quadro perfetto popolato dai “residenti”, androidi programmati per non mettere in discussione questo flusso costante di estranei nella loro vita.
“I nuovi arrivati stanno cercando tutti la stessa cosa “, spiega il robot, “un posto dove sentirsi liberi”.
Per attuare questo sogno a occhi aperti, a Westworld viene eseguito un ciclo di sonno e veglia; ogni sera i robot hanno i loro ricordi cancellati e si risvegliano ogni mattina nella nuova realtà. Se muoiono, rinascono mentre sognano.
Il mondo dei robot originale (punto di partenza e ispirazione di questa serie), scritto e diretto nel 1973 da Michael Crichton, era un prodotto dell’angoscia dei tempi, della paura delle persone di ammorbidirsi troppo. Apparteneva a un gruppo di film, tra cui Un tranquillo weekend di paura (1972) e Lo squalo (1975), in cui mete idilliache venivano “inquinate” da mostri incontrollabili in forma di montanari dementi, uno squalo vendicativo, o pistoleri robot. Il messaggio implicito di questi film era che gli uomini non possono permettersi di non essere uomini, non a casa, non nei luoghi di lavoro, e non certo in vacanza. Non è un caso che Westworld sia un parco a tema basato sulla mitologia del vecchio West: Nel film di Crichton, il valore del cowboy non è solo puro intrattenimento, ma un valore americano da recuperare nella vita quotidiana.
Crichton non aveva alcun interesse per le questioni filosofiche riguardanti l’intelligenza artificiale, la macchina di morte inarrestabile rappresentata dal robot Yul Brynner era spaventosa proprio perché senza un’anima.
Nel remake HBO, Westworld non è semplicemente un parco giochi al maschile, ma piuttosto un paesaggio psicologico complesso in cui si può vagare liberamente, senza legge e senza ordine.
Mentre si scava più in profondità nel parco, la serie scava più in profondità anche in quello che il parco rappresenta: siamo noi le storie che raccontiamo, le immagini che cerchiamo e i giochi che amiamo giocare?
Westworld è in parte una riflessione teologica: in una scena verso la fine del primo episodio, un androide difettoso dice ad un tecnico che il suo obiettivo è quello di “incontrare il mio creatore”, poi lo minaccia dopo aver citato le linee da Shakespeare e John Donne. La scena può essere vista come un’allusione estesa per Blade Runner, dove il replicante rinnegato Roy si confronta con il suo creatore.
La cosa più audace di Westworld è che si propone di rispondere alla domanda su dove nasca la coscienza in una macchina; anche se la memoria dei “residenti” è ripulita durante la notte, nei loro sogni gli androidi possono ricordare i loro giorni precedenti, perché essere realisticamente umani, Westworld suggerisce, deve essere traumatizzatnte già dall’atto di nascere.
La ricerca della verosimiglianza è animata da un sogno antico quanto la storia di Pigmalione, creare arte che sia indistinguibile dalla vita e la serie in questo è visivamente lussureggiante.