La terza stagione della serie televisiva 12 Monkeys (L’esercito delle 12 scimmie), composta da dieci episodi, è stata trasmessa in prima visione sul canale via cavo statunitense Syfy dal 19 maggio al 21 maggio 2017.
In Italia è stata distribuita da Netflix dal 19 maggio di quest’anno.
Che si sia d’accordo o meno con il modo in cui Netflix ha rilasciato la terza stagione di 12 Monkeys, in un’unica abbuffata del fine settimana, non si può negare che questa serie continui a migliorare e, in qualche modo, non avere attese tra un episodio e l’altro è stata un’ottima cosa.
Così come il segreto a lungo tenuto dell’identità, dello scopo e della mitologia dietro il Testimone, lo spettacolo non si basava su concetti prestabiliti per raccontare la sua storia.
Piuttosto, si è ramificato in nuovi territori, più lontani e sempre più lontani dal futuro post-epidemia e dal nostro presente, aggiungendo ancora strati alla storia che c’era familiare.
Quando è iniziato, 12 Monkeys è stato uno spettacolo molto bello e avvincente seppur non privo di difetti.
Nella seconda stagione, molti di quei difetti sono svaniti quando lo spettacolo divenne più accentrato nel suo focus.
All’inizio della seconda stagione, si conosceva oramai il suo finale che sorreggeva l’intera trama.
In questa terza stagione il cambiamento più grande stà nella consapevolezza dei personaggi e dello spettatore sul da farsi per arrivare verso quella che sarà la stagione finale della serie.
Raccogliendo alcune falene dopo gli eventi della stagione due, Cole è in caccia nel tempo per ritrovare Cassandra, che è stata vista per l’ultima volta nelle mani dell’esercito dei Testimoni a Titan.
Questa ricerca porterà Cole a un punto in cui dovrà fare una scelta radicale tra la missione e l’amore e sorprendentemente, non sarà una scelta presa così a cuor leggero.
Sarà probabilmente sconosciuto per sempre se gli scrittori di 12 Monkeys sapessero che questa terza stagione sarebbe stata rilasciata tutta assieme, ma se non lo fossero, sono stati davvero fortunati per il modo in cui la presentazione della stagione è stata fatta e per come s’interrompe in attesa del gran finale.
Il finale è a dir poco stordente, un segno delle cose che saranno a venire.
Molti forse pensavano che non ci fosse nulla di buono che potesse uscire da un adattamento televisivo prolungato di un film tanto amato quanto L’esercito delle 12 scimmie.
Quella convinzione sarà ancor di più smantellata e messa da parte in questa stagione.
Nulla è frenato nei primi quattro episodi della terza stagione; è un percorso che funge da primo atto di una storia, un atto che finisce in un modo che lascerà senza fiato gli spettatori.
È un momento che cambierà la definizione di ciò che questo spettacolo può essere.
Valerio Sembianza